GEOPOLITICA DEL MONDO MODERNO

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Giugno 2015 - page 6

Libya: is Algiers one’s last hope?

Middle East - Africa di

Peace talks between two governments are ongoing to Algiers. National unity is necessary to stop the Isis advance and the humanitarian emergency in the Mediterranean Sea.

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“Neither side is strong enough to win”. So Bernardino Leon has opened the two days of peace talks (3 and 4 June) in Algiers. This summit between the Tobruk government, supported by the international community, and to the Tripoli, supported by Qatar and Turkey could be the last one “to find a political solution”, Head of the United Nations Support Mission in Libya said.

Leon’s thought is echoed by Abdelkader Messahel, Minister for Maghreb and African Affairs of Algeria: “We have to join efforts and make them converge to capitalize on the results achieved so far in an attempt to reach a national unity government to fight terrorism and to create conditions to ensure a peaceful transition towards the establishment of democratic institutions and stable”.

Meanwhile, terrorist attacks are going on the internal front. Last Sunday, 5 Fajr Libya militants were killed after a kamikaze detonated a car bomb near Misrata. The Islamic State claimed the responsibility on Tweeter. This cruent action was due to Fajr Libya affinity to Tripoli government e to oil wells’ control in the province of Jaffa. Indeed, Daesh is aiming for Libya central territory’s conquest as it wants to isolate Daesh to Sebha.

The international front is uncertain too. After opening of the Tripoli government, concerning an EU mission against the smugglers, Ibrahim Dabbashi, Libya’s Ambassador to the UN, has rejected this hypothesis: “As long as the European Union and its partners will do not discuss with the legitimate government, the only one representative of the Libyan people, there will be no approval on our part”.

These words make more important the Leon’s work. The push toward national unity government maintains a dual purpose: stopping the advance of the Isis and reaching an agreement between Libya and the International Community to fight human trafficking in the Mediterranean.
Giacomo Pratali

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Libia: nuova missione di Leon

Medio oriente – Africa di

Ad Algeri sono in corso i colloqui di pace tra le fazioni in lotta. L’avanzata dell’Isis e l’emergenza umanitaria nel Mediterraneo rendono sempre più necessaria la costituzione di un governo di unità nazionale.

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“Nessuna delle due parti è sufficientemente forte per vincere”. Con queste parole, Bernardino Leon ha aperto la due giorni di colloqui di pace (3 e 4 giugno) ad Algeri. Un ennesimo incontro tra il governo di Tobruk, sostenuto dalla comunità internazionale, e quello di Tripoli, appoggiato da Qatar e Turchia. Per porre freno all’avanzata dell’Isis in Libia, le due parti sembrano intenzionate a “raggiungere una soluzione politica”, sottolinea il delegato della Nazioni Unite.

Dello stesso tenore, le parole di Abdelkader Messahel, Ministro per gli Affari Magrebini e Africani dell’Algeria: “Appare ormai chiaro che ci sia la necessità di unire gli sforzi e di farli convergere per capitalizzare i risultati ottenuti finora nel tentativo di giungere quanto prima, alla formazione di un governo di unità nazionale in grado di farsi carico della missione essenziale e urgente di affrontare il terrorismo e di creare le condizioni – aggiunge – per garantire una transizione serena verso la creazione di istituzioni democratiche e stabili, condizioni essenziali di uno Stato sovrano e forte”.

Sul fronte interno, intanto, continuano gli attacchi terroristici. Come quello del 31 aprile avvenuto ad ovest di Misurata, responsabile dell’uccisione di cinque miliziani di Fajr Libia, e rivendicato con un tweet dal Daesh. Anche se islamisti, quest’ultimi hanno pagato la vicinanza all’esecutivo di Tripoli e il controllo dei pozzi di petrolio nella provincia di Jaffa. Lo Stato Islamico punta così alla presa della zona centrale della Libia al fine di isolare le truppe di Alba Libica presenti a Sebha, situata nella parte meridionale del Paese.

Anche il fronte internazionale è cupo. Dopo l’apertura a sorpresa del governo di Tripoli in merito ad una missione Ue contro gli scafisti, Ibrahim Dabbashi, Ambasciatore della Libia all’Onu, ha per il momento chiuso a questa eventualità: “Fino a quando l’Unione Europea e alcuni altri paesi non ne discuteranno con il legittimo governo, in quanto unico rappresentante del popolo libico, non ci sarà alcun consenso da parte nostra”.

La frase del rappresentante del governo di Tobruk rende ancora più importante il lavoro di Leon. La spinta verso il governo di unità nazionale conserva un duplice scopo: fermare l’avanzata dell’Isis e giungere un accordo tra Libia e comunità internazionale per la lotta al traffico di esseri umani all’interno del Mediterraneo.
Giacomo Pratali

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Kumanovo vista da Belgrado

BreakingNews di

Cosa è successo il 9 e 10 maggio a Kumanovo? I fatti parlano di due giorni di scontri fra le forze dell’ordine macedoni e gruppi armati non meglio identificati durante i quali hanno perso la vita ventidue persone (8 agenti di polizia e 14 miliziani).

Oltre a questo non si sa molto altro, ecco dunque che gli avvenimenti si prestano a molteplici interpretazioni e possono avere diversi gradi di lettura. Un piano sicuramente interessante in base a cui analizzare tali avvenimenti, è quello offerto dallo sguardo della vicina Serbia, perchè qui molti osservatori non sembrano essere stati colti impreparati dai fatti di Kumanovo.

Il comandante dell’Agenzia Militare di Sicurezza serba Petar Cvetkovic, ad esempio, sostiene che gli agenti del servizio di sicurezza serbo avrebbero avvertito i loro omologhi macedoni in merito a possibili attacchi terroristici già nel mese di aprile, aggiungendo che i responsabili degli scontri di Kumanovo sarebbero dei terroristi albanesi già presenti in territorio macedone in quel periodo, e che le forze di polizia della FYROM avrebbero deliberatamente ignorato questi avvisi bollandoli come esagerazioni. Il militare, parlando dei due giorni di scontri, ha affermato che la maggior parte dei combattenti uccisi proveniva dal Kosovo e condivideva il progetto della creazione di un’unica entità politica albanese che includa le parti di Serbia, Macedonia, Montenegro e Grecia abitate da questo gruppo etnico.

Di “Albania Naturale” aveva del resto già parlato quattro anni fa l’ex ambasciatore serbo a Parigi Dusan Matkovic, avvertendo del pericolo della creazione di un’entità simile.

Durante queste settimane, alcuni giornali serbi hanno poi affermato che l’Occidente rifiuta di condannare gli attentatori kosovaro-albanesi di Kumanovo per convenienza politica, visto che si tratterebbe di cittadini di un Paese che lo stesso Occidente ha contribuito in maniera determinante a far nascere. Siti e quotidiani si sbizzariscono poi a montare le più svariate teorie del complotto, dove protagonista risulta essere un’élite politica albanese in grado d’influenzare le scelte degli Stati Uniti.

Al netto delle speculazioni resta però un ragionamento coerente che può essere fatto da Belgrado: se è confermata l’appartenenza dei combattenti uccisi alle fila dell’UCK (Esercito di Liberazione del Kosovo, i cui vertici sono al governo dello Stato), bisogna riconoscere che tale Stato utilizza mezzi terroristici per destabilizzare la vita politica di altri Paesi.

Tale ragionamento ha delle conseguenze sull’immagine rispettivamente della Serbia e del Mondo Occidentale:

Per quanto riguarda la Serbia, tutto ciò significa accreditarsi come un interlocutore serio e affidabile nella lotta al terrorismo internazionale, consentendole di puntare l’attenzione sui pericoli che corre la minoranza serba in Kosovo e Metohija, questione che sta a cuore a Belgrado.

Per il Mondo Occidentale invece, vorrebbe dire riconoscere che l’azione militare che ha svolto in questi luoghi nel 1999, ha contribuito allo sviluppo del terrorismo internazionale così come è avvenuto più recentemente per altri interventi armati.

Si tratta sicuramente di punti di vista, anche se di Kumanovo, per il momento, non si sa molto altro.

Gianluca Gerli

Fumetti e videogames crescono in Italia

INNOVAZIONE di

Carrara Show, primo appuntamento per la fiera del fumetto e del videogames sulla riviera toscana. Ultima nata nel calendario degli eventi del settore si presenta subito con un buon numero di espositori e grazie anche al lungo ponte di inizio giugno con una folta schiera di visitatori.

Fumetti, videogames, Cosplay e molto altro nei padiglioni della fiera di Carrara che per questa occasione si è riempita di giovanissimi e di famiglie.

L’area dei videogames è stata quella sicuramente più apprezzata dai giovani visitatori che hanno potuto trovare sia il passato che il presente di questo settore che sempre di più sta diventando un mezzo di comunicazione piuttosto che di solo entertainement.

 Dalla loro prima comparsa i videogames hanno attratto l’attenzione di giovani e meno giovani ma con l’avvento della rete e la possibilità di giocare on line partite multiplayer il fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale.

newzoo_global_games_market_perregion_2013e_copia_jpg_640x0_watermark-small_q85Cerchiamo di capire il valore del settore dei Videogames, secondo le stime comunicate da NEWZOO, società di ricerca specializzata del settore, i ricavi provenienti dal gioco aumenteranno a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 6,7% fino a 86,1 miliardi di dollari entro il 2016.

Il numero di giocatori in tutto il mondo salirà da 1,21 miliardi del 2013 a 1,55 miliardi. Il mobile gaming crescerà a un tasso medio annuo del 19% per gli smartphone e del 48% per i tablet, incassando, rispettivamente, 13,9 miliardi di dollari e 10,0 miliardi nel 2016.

 Un settore che in termini assoluti rappresenta un mercato di grande interesse ma che soprattutto sta sviluppando un indotto molto rilevante.

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In Italia i numeri sono di sicuro interesse tanto che sono proposti percorsi formativi anche a livello universitario che fondono i fondamenti della comunicazione con gli elementi specifici della video-programmazione.

Il lancio della nuova fiera di Carrara in questo senso è un segnale assolutamente positivo di crescita del settore che attrae visitatori da tante regioni d’Italia per incontrare esperti e appassionati, disputare tornei e tanto altro.

IMG_9723Altro punto di forza del Carrara Show la presenza degli ormai famosissimi Youtuber, Surreal Power, Stepny, Giccio Gamers, Anima, Vegas,  che hanno attratto migliaia di fan nei 4 giorni della fiera concedendo autografi, selfie e sorrisi a tutti come loro solito. Questi ragazzi sono diventati in breve tempo il punto di riferimento di centinaia di migliaia di ragazzi che li seguono attraverso i video che postano giornalmente su Youtube nei quali descrivono i videogame, le loro peculiarità, i trucchi per superare i punti più difficili, con un linguaggio sicuramente molto colorito apprezzato comunque dai loro fan. Una folla di ragazzini dietro le transenne in attesa di una foto con loro, di una maglietta firmata o di potergli lasciare un disegno o un ricordo che possano citare nel prossimo video. Dietro di loro i genitori che li hanno accompagnati, curiosi e attenti a quello che succede cercando di condividere il fenomeno per poterlo comprendere meglio.

 

Alessandro Conte

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Alessandro Conte
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