Moas, droni e medici in soccorso ai migranti

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Migrant Offshor Aid Station (MOAS) insieme a “Medici senza frontiere” ha lanciato lo scorso 2 maggio la missione di soccorso nel mediterraneo in aiuto alle imbarcazione in difficoltà dei crescenti flussi migratori verso l’Europa.

Il MOAS con la usa nave M.Y. Phoenix di quaranta metri presidia il tratto di mare che divide l’Italia alle coste libiche e che ha visto naufragare e affondare tanti barconi carichi di speranze.

Questa missione è una risposta concreta alla grande crisi umanitaria che si è accesa in questi mesi con l’avanzare della guerra e del califfato nero.
MOAS.EU_infographicsIl dibattito su cosa fare e come farlo si è acceso lentamente spinto soprattutto dalla pressione dell’opinione pubblica ma ancora senza una risposta concreta mentre in quel tratto di mare i barconi continuano a partire e affondare.

La risposta concreta sono i quaranta metri di nave, i due Droni CAMCOPTER S100 che partono per monitorare le condizioni delle imbarcazioni sospette e  il team formato da  due medici e un’infermiera messi a disposizione da Medici senza Frontiere.

Second rescue_lr“Mentre gli altri dibattono ancora circa i pro e i contro del salvare vite umane, noi restiamo convinti che nessuno merita di annegare” ha detto il direttore di MOAS Martin Xuereb. “L’anno scorso abbiamo salvato circa 3000 persone in 60 giorni, quest’anno staremo in mare per sei mesi per soccorre tutti coloro che per una ragione o l’altra hanno deciso di intraprendere un viaggio così rischioso nel Mediterraneo. Nel 2015, abbiamo deciso di avere a bordo MSF per rendere la missione MOAS ancora più efficiente. Siamo estremamente orgogliosi di poter offrire la nostra competenza e il nostro supporto ai centri di coordinamento Italiani e Maltesi per lo scopo comune di salvare vite umane” ha continuato Xuereb

MOAS è composto da volontari, professionisti della sicurezza, personale medico, e ufficiali marittimi esperti che si impegnano  per aiutare a prevenire ulteriori catastrofi in mare.

La ONG è stata fondata da Christopher Catrambone e Regina Catrambone che nel 2006 hanno fondato a Tangeri, un’azienda leader a livello mondiale specializzata in assicurazione e assistenza in situazioni d’emergenza. Dopo i 400 migranti annegati nei pressi dell’isola italiana di Lampedusa nel 2013, i Catrambone decisero di fondare MOAS.

Essi sperano che l’iniziativa umanitaria ispirare gli altri a livello globale a contribuire nel dissipare ciò che Papa Francesco chiama “globalizzazione di indifferenza”.
Drone takeoff_lrIl direttore delle operazioni Martin Xuereb è nato a Malta, ha una laurea in Scienze e un Diploma in Sociologia presso l’Open University in seguito ha conseguito un master in Studi Internazionali al Kings College di Londra, e si è formato in Italia e nel Regno Unito presso la Royal Military Academy Sandhurst e il Royal College of Studi per la Difesa.

Durante la sua carriera militare, Xuereb ha condotto molte missioni di aiuto umanitario nel  Kosovo devastato dalla guerra e moltissime altre missioni di ricerca e soccorso sono state portate a termine durante il suo mandato di capo della Difesa di Malta.

Professionalità, esperienza e passione sono gli ingredienti fondamentali di questa organizzazione che lo scorso anno ha salvato 3.400 persone in 60 giorni, questa missione durerà 6 mesi.

Il MOAS è una organizzazione non governativa senza fini di lucro che mantiene tutta la sua organizzazione grazie alle donazioni che possono essere fatte anche on line sul loro sito www.moas.eu , anche un solo piccolo contributo permetterà ala nave un ora di navigazione in più, ai droni di sollevarsi ancora, ai medici di restare in mare ancora e salvare tante vite umane.

 

Alessandro Conte

Bookreporter Settembre

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