Strage Kenya: flop dell’intelligence, 147 morti

in Medio oriente – Africa by

I servizi segreti kenyoti concentrano le attenzioni sui college della capitale Nairobi. Ma a pochi chilometri dal confine somalo, è strage. Al Shabaab rivendica l’attacco

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L’intelligence sbaglia bersaglio. Ha aumentato i controlli presso le tre università presenti a Nairobi, lasciando blande le misure di sicurezza nel resto del Paese. Questo quanto emerso a seguito dell’attentato avvenuto giovedì 2 aprile nel campus universitario di Garissa, nel nord est del Kenya: 147 i morti accertati, mentre i feriti sono almeno 80. Le vittime sono quasi tutte studenti cristiani.

Iniziato all’alba, l’azione terroristica è stato rivendicato dal gruppo somalo di Al Shabaab (la Somalia dista solo 150 chilometri dal college), cellula affiliata ad Al Qaeda. Mentre il portavoce dell’organizzazione jihadista ha affermato che “sono stati rilasciati gli ostaggi di fede musulmana”, una sopravvissuta e scappata al raid ha affermato di avere visto diverse persone decapitate. Il conflitto con la polizia è durato almeno fino alla notte.

Le stesse forze di sicurezza del Kenya hanno istituito una taglia di 220 mila dollari su colui che è ritenuto essere il responsabile della strage, Mohammed Mohamud. L’uomo è ritenuto il capo di Al Shabaab in Somalia e sarebbe l’ideatore dei molteplici attentati avvenuti nel Paese dal 2013 ad oggi.

Giacomo Pratali

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Bookreporter Settembre

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